Centro Autorizzato

 

SPONSOR

 


[Iscriviti/Submit]
[S'inscrire/Subscribete]

 


[Proposte di Collaborazione]
[Demande de Collaboration]

[Propuestas de colaboración]
 


[Ringraziamenti]
[Remerciements]
[Agradecimientos]
 

 

WEBMASTER
C o n t a c t

 

   

GROTTE DE MOTIERS - Settembre 2008

 

Sabato 20 settembre l’appuntamento è da Patrick: le ultime piogge abbondanti hanno reso impossibile l’immersione alla Source Bleu, per questo dirottiamo verso la grotta di Motiers che si profila come giusto obiettivo, poiché la sua esplorazione è possibile soprattutto con il livello alto dell’acqua. Scegliamo il materiale adatto e raggiungiamo José che è accompagnato da Beth poi, saliamo sulla montagna del Chasseron fino a raggiungere il colle des Etroits e di nuovo giù attraverso la valle fino a raggiungere il paese di Motiers.

Al parcheggio della grotta, troviamo Marc e Grégoire. Ci distribuiamo equamente un sacco a testa più o meno pesante, e partiamo verso il sifone interno; la grotta è abbastanza alta, tale da permetterci di trasportare le attrezzature sulla schiena senza toglierle mai; il tratto più fastidioso è il “Lac de la Boue”, un nome, un programma: prendiamo fiato, prima di attraversarlo con decisione. Fortunatamente l’acqua della piena che se n’è appena andata, ha lasciato tutta la zona particolarmente bagnata e questa condizione impedisce al fango più sciolto di trattenersi gli stivali, rendendo sicuramente più agevole il nostro passaggio.

Siamo stati veloci nel raggiungere il sifone, il tempo è abbondante e possiamo con calma quindi, preparare le bombole con i relativi erogatori e galleggianti. In quest’ambiente è utile trasportarle con i proteggi rubinetteria per evitare che, sbattendo sulle pareti si apra un rubinetto; vanno protette anche le filettature delle rubinetterie e degli erogatori con gli appositi tappi per evitare che il fango si depositi all’interno, impedendo la connessione tra le due parti. Naturalmente tutto il materiale è sistemato con cura nelle sacche speleo affinché, durante il trasporto, non ci siano parti spigolose che appoggiano sulla schiena. Sistemiamo il tutto in una zona sicura ed usciamo dalla grotta, giusto in tempo per bere un aperitivo al bar del paese.

Domenica 21, manca solo la preparazione del mio fedele compagno d’immersione il Copis, che stranamente scopro con le due batterie d’alimentazione dell’elettronica completamente scariche: fortunatamente ne ho due di riserva. Ricondiziono il filtro radiale, insacco muta e sotto muta poi si va: ci aspettano 90’ di strada circa da casa di Patrick fino alla grotta, compresa la sosta per prendere José. A Motiers, ci ritroviamo con Grégoire che, mentre percorriamo la grotta verso il sifone, ricorda la sua prima volta in grotta, circa otto anni prima quando, invitato da Kwenani il figlio di Jean Jacques, a trascorrere una giornata “diversa”, si trovò a trasportare i nostri materiali fino al sifone all’interno della grotta di Vall’Orbe.

Una volta montate le bombole sul Copis e sistemate le ultime cosucce, sono pronto per salutare i miei compagni di grotta Patrick, José e Grégoire. Con me, trasporto tutte le bombole necessarie per gestire un’eventuale emergenza e sono: un 10 l. d’O2, 15 l di 50/20, 10 l. di 36/36, 12 l. di 20/60, 20 l di 13/80. A parte la bombola d’ossigeno, che lascio a -6m, tutto il resto lo trasporto fino al secondo sifone, in altre parole in questo caso, alla seconda ridiscesa; il primo tratto si abbassa dolcemente per una lunghezza di 122m fino a -31m per poi risalire a 173m di distanza, fino a -8m: questo è il punto che complica la vita alle esplorazioni quando il livello dell’acqua è basso, perché procedere diventa faticosissimo.La grotta riprende a scendere alla profondità di -45m, dove si è costretti a superare, in risalita, un passaggio “stretto” lungo un paio di metri per poi cominciare a scendere fino a -60m dove, durante l’esplorazione precedente, ho tagliato il filo.

Sono trascorsi circa 14’ e non sono stato veloce a causa della quantità di materiale che sto trasportando e per la corrente, che in alcuni punti è intensa. Attacco il filo dello svolgisagola ed inizio a scendere nel pozzo: il filo di Jean Jacques, vecchio di 23 anni, in questo tratto profondo è lì presente. Nel sifone, che comincia ad avere un andamento orizzontale, ad un certo punto a –95m, trovo un ancoraggio strano con il filo che gira intorno ad un grosso sasso e si annoda su se stesso un paio di metri sopra; oltre, nessun segno di percorrenza. Ricordo di aver letto sul resoconto di Jean Jacques, una profondità diversa dai -95m, ma poco importa perché verificherò. Proseguo quasi orizzontale per un tratto, poi mi lascio scivolare osservando le incredibili erosioni di quella che sembra una galleria freatica; il fondo è ricoperto da ghiaia e le pareti si presentano lisce ma ruvide ed ogni tanto, qualche piccola spuntone, “dimenticato” dall’erosione, sporge. Mi trovo a -107m quando sono passati 22’ circa: decido di fermare la mia avanzata, ho steso una quarantina di metri di nuova esplorazione; lascio lo svolgisagola sopra un sasso, ed inizio il rientro. La visibilità che a tratti si riduce notevolmente a causa di piccole bolle che staccano l’argilla dal soffitto, mi fa pensare alle esplorazioni di un tempo, quando usando il circuito aperto, producevo un’ingente quantità di bolle e la visibilità si azzerava e di conseguenza, penso alle maggiori complicazioni che sopportavo una volta e che fanno parte ormai del mio bagaglio d’esperienza.

La decompressione procede senza intoppi: con me ho solo la bombola da 20 l. con il 13% d’ossigeno e, quando a -30m, recupero la batteria per il giubbetto elettrico, tutto è perfetto. Di minuto in minuto salgo, fino ad arrivare al dosso, poi di nuovo giù ed infine dopo gli ultimi minuti di decompressione, riemergo dopo 95’. Contrariamente a quello che succede in alcune sorgenti, ora arriverà la parte faticosa vale a dire portare fuori della grotta il Copis, le bombole che lo alimentano, la batteria del giubbetto e la muta con i sottomuta.

Finalmente fuori e comodamente seduti al ristorante, Patrick prende da un raccoglitore gli scritti di Jean Jacques dove sta la descrizione della sua ultima esplorazione a Motiers; rileggo attentamente gli appunti riconoscendone, emozionato la sua personalità finché eccomi al punto in cui descrive dove fissa il filo terminale:

23 giugno 1985……..“les points pour attacher sont rares; je déroule ancore 5 o 6m, histoire de passer les 100m. A -102 aprés un dernier coup d’oeil vers la suite, je remonte et coupe le fil a -98.”

Considerato l’errore strumentale dei profondimetri di un tempo rispetto a quelli odierni e dei diversi livelli dell’acqua del sifone, ora la situazione mi sembra più realistica.

Lunedì giornata di riposo, n’approfittiamo per andare alle terme di Yverdon-les-Bains; dopo una lunga permanenza nelle calde acque della piscina ed un giretto in sauna, via a mangiare la pappa.

Martedì tutto è pronto: siamo Josè, Patrick ed io ma, proprio io, ho qualche cosa che non va. Una volta arrivati da José la mia schiena è a pezzi; non ho fatto particolari movimenti ma, la quantità industriale d’ernie e protrusioni che affollano la mia colonna vertebrale, non deve aver apprezzato qualche posizione o qualche sforzo. Josè mi procura un paio di pastiglie di anti infiammatori e le ingoio sperando in bene.

Durante la salita alla grotta, incontriamo sul bordo della strada due caprioli che non ne vogliono sapere di spostarsi finché, quando siamo a pochi metri, ecco che con un’elegante balzo s’infilano nella boscaglia e se ne vanno tranquilli nel bosco. Arrivati alla grotta, a causa del dolore e della conseguente contrattura, non riesco nemmeno a stare diritto. José e Patrick fanno un viaggio fino al sifone per portare il Copis e le bomboline, mentre io aspetto seduto in macchina il loro ritorno. Dopo poco più di un’ora quando ritornano, Josè riesce ad organizzarmi un massaggio rilassante al centro termale. Avendo ormai tempo, prima di scendere a valle, andiamo a vedere l’inizio dei lavori di pulizia di una voragine sull’altopiano. Altra animal-sorpresa: una volpe in pieno giorno che tranquilla sta seduta in un prato come nell’attesa, di cosa lo sa solo lei. Le prime indicazioni di lavoro in corso poi gru, scavatori e, tutto quanto serve per recuperare i quintali d’immondizia scaricati negli anni. Al centro termale, sono atteso da una deliziosa fanciulla pronta a massaggiare delicatamente la mia schiena così, quando alla fine la tensione muscolare si è ridotta, riesco a mettermi diritto. Cosa altro potrei fare? Assumo dosi da cavallo di anti infiammatori ed aspetto.

Mercoledì il dolore è ancora forte perciò farmaci, piscina, e niente grotta. Patrick mi accompagna e ne approfitta per allenarsi. Per esperienza, so che devo mantenermi in movimento per sistemare il problema ed un paio di chilometri di nuoto a stile libero male non fanno. Una volta rientrati a casa mi rinchiudo in camera ad eseguire esercizi propedeutici per la schiena.

Giovedì il dolore diminuisce leggermente e giacché un piccolo miglioramento si è verificato, ripeto anche oggi la giornata di ieri aumentando la distanza nuotata e gli esercizi a secco.

Venerdì il dolore è notevolmente diminuito anche se la schiena non è ancora a posto. Una telefonata a José ed organizziamo un’uscita per vedere gli scavi nella voragine poi, verso sera, con Patrick ci rechiamo in piscina.

Sabato. Poiché nel sifone tutto è pronto, nella grotta il resto del materiale aspetta e non c’é quasi nulla da trasportare, questa è una situazione ideale per me che ho una voglia matta di immergermi. Con Grègoire e Patrick, giungo a Motiers verso le 11 del mattino; loro trasporteranno un sacco a testa in uno dei quali ci sono i viveri per non soffrire troppo della mia mancanza e nell’altro la mia muta con i sottomuta; io, fino al Lac de Boue, ho la schiena scarica e libera. Entriamo chiacchierando allegramente e, lungo il percorso, incontriamo degli speleologi che Patrick conosce, che accompagnano dei bambini. Li salutiamo e proseguiamo in direzione del sifone. Devo stare molto cauto nel muovermi perché le fitte nella schiena sono pronte a farsi sentire ad ogni movimento sbagliato. Prima del Lac de la Boue, c’è una bombola da 20 l. trasportata da Ludo martedì sera, che Patrick si carica, mentre io prendo il ben più leggero sacco, contente la muta. Arrivati al punto di partenza per l’immersione, vediamo il livello dell’acqua sceso di 3-4m, ma ora sono consapevole che è ancora possibile superare il punto critico.Poiché Josè martedì mi aveva già montato le bombole sul Copis, devo solo assemblare la bombola e cambiarmi.

L’ingresso in acqua è diverso da tutte le altre volte, cioè più comodo; durante la progressione dovrò cambiare la posizione alle bombole d’emergenza ma questo non è un problema. Trasporto con me due bombole da 20 l e due batterie per il giubbetto. Finalmente in acqua mi dimentico della schiena. Tribolo un pochino a partire, ma poi, una volta pronto, attraverso velocemente il primo tratto del sifone lasciando una batteria a -9m e superata la ^^parte^^ a quasi -30m, risalgo fino a -3 sopra di me dove vedo la sacca d’aria che sta iniziando a formarsi. La discesa fino è rapida, senza intoppi e con le sole due bombole, supero facilmente i piccoli rallentamenti dovuti alla morfologia: la profondità è diminuita perché lo svolgisagola si trova a -103m; poco male, mi dico, la decompressione sarà un po’ più corta, poi vedremo cosa succederà. La morfologia della galleria in questa zona è intrigante, sarà perché la sto esplorando ma la trovo certamente bella; avanzo pinneggiando in maniera decisa ma non troppo veloce, perché non voglio rischiare di compromettere la respirazione. Si alternano tratti orizzontali, saltini, poi ancora percorsi orizzontali e discesine; guardo il profondimetro -115m, 18’. Siccome il Copis funziona perfettamente, mi lascio ingoiare dal buio ancora per un po’. Dopo 22’ inizio a riflettere che tra poco dovrei fermarmi, al venticinquesimo mi dico stop, ma in fondo in fondo non sono obbligato, qualche metro ancora e poi ancora mi sembra di vedere degli ancoraggi migliori più avanti. Mi fermo di fronte alla galleria che sembra inizi a risalire, attacco il filo, -125m, 27’, sono a 456m dall’ingresso del sifone. Basta, rientro. In una galleria con questa morfologia non s’inizia subito a risalire ma, dovendo seguire il profilo s’inizia a rientrare. Posso aumentare il ritmo della pinneggiata per perdere più velocemente quota e, mentre avanzo, stacco da una bombola una lavagnetta che servirà per annotare, durante il rientro, distanza, profondità e disegnare qualche sezione. Anche se non è una topografia, questo aiuterà però a disegnare uno schizzo della sezione. Naturalmente, essendo solo soletto in acqua, recupero le bombole che ho posizionato per l’emergenza. Per 200m di galleria comprensivi di sali scendi, punti che si restringono, ecc. trasporto due bombole da 20 l, una da 15 l, una da 12 l una da 10 l, svolgisagola, batteria, faro a mano. La visibilità durante il rientro è diminuita di un paio di metri per tutto il tratto fondo poi, salendo, migliora fino ad arrivare a 4m.

Raggiunta la batteria a – 9m, la sostituisco aumentando il calore del giubbetto; alla tappa dei -6m, recupero un’altra bombola da 10 l poi, lentamente esco dall’acqua dopo 135’.

Mi spoglio completamente delle attrezzature in acqua mentre Grègoire e Patrick si occupano di trasportare il tutto nel posto più adatto.Rimango con la muta per ridurre di un sacco il materiale da trasportare ed appena i tre prodi sherpa, compreso Marc che ci ha raggiunto, si caricano due sacchi a testa ed iniziamo il rientro. Sono forzatamente limitato dalla mia condizione di dopo-immersione e dalla mia schiena cosicché l’attraversamento del Lac de Boue lo avverto più faticoso del solito mentre avanzo lentamente per non aggiungere qualche problema legato alle bolle.

Fuori, gli ultimi raggi di sole ci scivolano addosso mentre laviamo nel torrente le attrezzature.

 

         
     
         
     
         
     
         
     
         
     
         
     
         
       
         

 

Altre note (in francese) e foto sul blog di Patrick Deriaz: http://web.me.com/pderiaz/Site/Blog_Motiers_2008/Blog_Motiers_2008.html

 

[Novità] [News] [Dernières Nouvelles] [Noticias]
[Home Page] [Curriculum Vitae] [Attività] [Esplorazioni] [Album Foto] [Corsi] [Commenti]
[Home Page ENG] [Curriculum Vitae ENG] [Activity] [Explorations] [Photo Album]
[Courses] [Comments]

[Home Page FRA] [Curriculum Vitae FRA] [Activité] [Explorations] [Photo Album FRA] [Formations] [Commentaires]
[Home Page ESP] [Curriculum Vitae ESP] [Actividades] [Exploraciones] [Album Fotografias] [Cursos Buceo] [Comentarios]
[E-M@il]