
GROTTE DI FRASASSI 2004
Sabato 3 aprile in compagnia di speleologi del
Gruppo Speleo CAI Fabriano, del Gruppo Speleo Urbino, del Gruppo Speleologico
Marchigiano, del Gruppo grotte Brescia e del Gruppo Speleologico Lecchese sono
stato alle Grotte di Frasassi per fare un’esplorazione speleosubacquea in una
serie di tre laghi trovati nel 2002. I laghi si trovano a circa 4 ore
dall’ingresso della grotta, il percorso per raggiungerli è decisamente faticoso
per la quantità di fango presente nelle gallerie che rende difficoltoso superare
passaggi in arrampicata in libera, utilizzare gli attrezzi di progressione sulle
corde, ecc. Raggiunto il primo lago ci siamo cambiati indossando le mute per
attraversarlo. Il lago è lungo solo una quindicina di metri, l’acqua è
lattiginosa a causa degli effetti della anidride solforosa e ha una temperatura
di 13°. All’uscita del lago ci aspettava una facile arrampicata di una decina di
metri, da qui la grotta cambia completamente e diventa di un bianco candido
ricca di concrezioni bellissime, sulla roccia è possibile vedere diversi
scheletri fossilizzati di anguille che sono state datate dai 3000 ai 7000 anni.
Dopo essere ridiscesi raggiungiamo il secondo lago che è allo stesso livello del
primo, all’uscita del quale di nuovo una risalita. Il percorso è abbastanza
articolato, delicati passaggi in libera sulle pareti della grotta, permettono di
superare vuoti di oltre 10m di altezza. Dopo circa un’ora di progressione con la
muta raggiungiamo l’ultimo lago, che si trova ai piedi di una magnifica colata
di concrezioni. Qui preparo l’attrezzatura per l’immersione circa 18kg di peso:
due torce a led, due faretti sul casco con il pacco batterie piccolo, due
erogatori cyclon con manometro, due bombole da 4l cariche a 270BAR, uno
svolgisagola con 250m di filo e un faro HID da 35W. Ho deciso di portare il faro
perché il terzo lago è enorme lungo 200m largo dai 10 ai 20m. Entro in acqua,
inizio ad attraversare il lago osservando i migliaia di niphargus ( piccoli
crostacei depigmentati a forma di gamberetti ) che vivono in queste acque.
Attacco il filo su di un sasso e inizio a scendere in direzione di una galleria
che mi era stata segnalata, a -3m inizio a vedere gli effetti dell’acqua
solforosa e a sentirne l’odore filtrato con qualche gocciolina di acqua
all’interno della maschera. La visibilità da qui in poi non è buona, l’acqua è
lattiginosa, il fondo della galleria è ricoperto da diversi centimetri di fango
e di roccia in decomposizione, rimango il più alto possibile per non peggiorare
ulteriormente la visibilità, ma non c’è nulla da fare dal soffitto le bolle
fanno cadere polvere di calcare e gesso. Dopo 50m di progressione mi trovo a
-12m in una sala apparentemente senza via d’uscita, attacco il filo e rientro.
Vado a vedere altre gallerie che risultano lunghe qualche decina di metri, la
visibilità sta peggiorando in tutto il lago diventa impossibile continuare a
cercare quindi decido di rientrare e fare un’ispezione al secondo lago. In
questo lago sono stati posizionati captori per lo studio delle acquee alle
diverse profondità: pare che a circa -6m il PH sia 1…
Mi immergo e trovo subito una galleria che
scende a -6m e continua per 60m, in alcuni punti la visibilità è favolosa in
altri e ridotta a un paio di metri, raggiungo il fondo della galleria e osservo
sulla mia destra un pozzo di un metro di diametro che scende inclinato di 60°,
decido di scenderlo anche se so che il fango farà un gran casino, faccio un nodo
all’unico sperone di roccia, tiro il filo per verificare che non si stacchi
dall’ancoraggio e mi ritrovo con lo stesso in mano; non si è sciolto il nodo si
è “solo” staccato dalla parete lo sperone di roccia grosso come una bombola da
15l. Polverone tutto intorno a me, non vedo più nulla quindi rientro. Mi immergo
anche nel primo lago ma nelle bombole mi sono rimasti 50BAR posso quindi solo
vedere se ci sono gallerie da esplorare.
Dopo aver sistemato i materiali nei 4 sacchi
speleo iniziamo il percorso per ritornare all’aria aperta, usciamo dalla grotta
con le bombole vuote e con qualche chilo di fango sulle tute dopo 13 ore.
In totale ho esplorato 200m di nuove condotte
e la profondità massima raggiunta è di -12m.
Possibilità esplorative sono presenti in tutti
e tre i laghi ma considerato che si trovano lontani dall’ingresso, in una zona
molto complessa della grotta, con gallerie labirintiche, fratture con diverse
impostazioni che rendono difficile l’esplorazione, diventa quindi molto
impegnativo organizzare la logistica e l’esplorazione. La presenza di anidride
solforosa inoltre rende pericolosa una eventuale riemersione in nuovi ambienti
aerei senza l’utilizzo di un sistema di analisi del gas. Sono già successi
incidenti, non in questa grotta, a causa dell’anidride solforosa che ad alte
concentrazioni è inodore e può essere mortale anche solo con un atto
respiratorio.

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