
SORGENTE DEL MULINO a CASTELCIVITA 2001
La Sorgente del Mulino, si trova
nel comune di Castelcivita ( Salerno ) in località Torre di Costantino. Il fiume
che percorre la valle in cui questa sorgente si versa, riceve la sua acqua
attraverso l'uscita omonima e una decina di piccole perdite a poca distanza da
lei, con in totale una portata media di circa 1,8mc/s. Il sistema carsico che
qui si sviluppa, ha dato vita ad una delle risorse turistiche principali del
Comune di Castelcivita cioè alle Grotte di Castelcivita, visitate da numerose
comitive di turisti alla ricerca di emozioni. In origine, gli speleologi e gli
studiosi ritenevano semplice, definire il tracciato del collegamento fra la
Sorgente del Mulino, la Grotta dell'Ausino e uno dei vari sifoni all'interno
della grotta di Castelcivita, considerando che la distanza in pianta fra le
varie parti (circa 300m) era esigua, ed il dislivello fra i due ingressi minima
(soli 29m: 94m slm la Grotta di Castelcivita e 65m slm la sorgente del Mulino).
Come al solito le leggi della
natura non seguono la logica dell'uomo ma riservano sorprese interessanti e
magari anche scomode.
Nel 1994 speleosubacquei del
Gruppo Speleologico Folignate verificarono il collegamento percorrendo un sifone
tra la Grotta di Castelcivita e la Grotta dell'Ausino. Non avendo una carta
topografica con una scala sufficientemente precisa, gli speleologi - geologi di
Napoli topografarono e raccordarono gli ingressi delle tre grotte, posizionarono
i rilievi planimetrici sulla carta generale e si resero conto che la galleria
della Sorgente del Mulino si sviluppava verso sud, in direzione perpendicolare
ed opposta a quella della Grotta dell'Ausino e della Grotta di Castelcivita.
Storia esplorativa:
Se si vuole ricordare la storia
delle prime esplorazioni subacquee in questo territorio, occorre risalire alla
fine degli anni sessanta quando, alcuni impavidi, cominciarono ad immergersi
nella sorgente del Mulino ed in altri sifoni della zona.
All'inizio degli anni settanta
all'interno del Gruppo Speleologico Club Alpino Italiano di Napoli si formò un
gruppo di speleosub che iniziò un lavoro sistematico di esplorazione nei sifoni
della grotta di Castelcivita, dell'Ausino e della sorgente del Mulino. Dopo aver
esplorato 100m di galleria e raggiunto una profondità di -27m alla sorgente del
Mulino, un tragico incidente stroncò la vita di tre giovani speleosub del
gruppo: la conseguenza fu l'emanazione di un'ordinanza comunale che proibì da
allora l'accesso alla sorgente. Nei primi anni novanta il Gruppo Speleologico
Folignate, dopo un laborioso lavoro di convincimento, delle autorità preposte,
ottenne i permessi e riprese finalmente le esplorazioni.
Nel 1993 Massimo Bollati
appartenente a questo gruppo raggiunse i -110m di profondità ad una distanza
dall'ingresso di circa 325m.
Quando la barriera burocratica
comincia a mostrarsi più comprensiva ed essendo certe le possibilità di
proseguire nell'esplorazione, nel 1995 J.J. Bolanz e Luigi Casati (Gruppo
Speleologico Lecchese C.A.I. Lecco) uniscono le loro forze e le loro capacità
per continuare.
Bolanz infatti, raggiunge i
-117m. e percorre una galleria orizzontale per circa 40m; nei giorni successivi
Luigi Casati, che continua l'esplorazione, risale fino a -105m circa, percorre
85m di nuova galleria, e porta il limite dell'esplorazione a 450m dall'ingresso.
L'immersione dura 49' partendo dalla superficie fino alla prima tappa di
decompressione; da questo punto fino al momento della riemersione passano ancora
388'. La temperatura dell'acqua è di 15° e la decompressione viene fatta senza
l'ausilio di gas specifici (l'argon all'interno della muta). Nemmeno la campana
rigida presente viene usata, poichè la strettoia iniziale ne impedisce il
trasporto nello spazio interno alla grotta. Durante la decompressione, alla
profondità di -55m., Luigi Casati nota sulla volta della galleria, un camino di
discrete dimensioni che sale verticalmente.Lo spirito dello speleosub, non
trascura il dovere di effettuare appena si può, il rilievo topografico che
permette la stesura di una nuovo e più dettagliato disegno fino a -60m di
profondità e di tracciare un profilo generale indicativo per il resto
dell'esplorazione. Lo studio a tavolino delle tavole topografiche, mostra che il
punto chiave dell'esplorazione è situato a -90m, dove un restringimento della
galleria crea un forte aumento di corrente che limita la progressione ai soli
periodi secchi: visto il clima della zona solo l' estate diventa per elezione
l'unico periodo favorevole.
Nel 1996 il programma previsto
viene annullato a causa dell'estate troppo piovosa.
Per di più la burocrazia chiude
di nuovo i cancelli e la sorgente ritorna nel cassetto dei desideri, finchè
Luigi Casati e Jean Jacques Bolanz, tramite un amico, Enzo Franco (che si
occuperà delle riprese per la trasmissione televisiva Linea Blu - RAI 1)
riescono di nuovo ad ottenere i permessi per continuare.
Esplorazioni 2001:
Per Luigi e l'amico Zdenek,
Massimo e Francesca il viaggio inizia sabato 21 luglio alle 5 del mattino con un
pesantissimo carico: circa 35 quintali stivati nel carrello e nelle due
macchine.
La velocità massima di crociera
per evitare rischi inutili è di 60km/h.: 18 ore di viaggio per coprire i 900km
che separano dalla sorgente. Arriviamo a notte fonda. Il giorno è impiegato per
scaricare e sistemare i materiali in una baracca messa a disposizione dal
gestore del ristorante S. Spirito, luogo baricentrico per mangiare, dormire,
preparare.
I lavori iniziano lunedì con la
stesura di un nuovo filo d'Arianna: quello presente nella sorgente, vecchio di
cinque anni non è più affidabile. All'interno della galleria, in alcuni punti
dove si è rotto, il filo forma una vera e propria ragnatela: rimuovere il
vecchio filo in queste condizioni è molto pericoloso ma indispensabile perchè
l'eventualità di rimanere impigliati durante l'esplorazione, quando si è carichi
di attrezzature e concentrati in altro, è ancora peggiore.
In questi giorni la corrente è
scarsa: la condizione è ideale; il martedì il nuovo filo viene steso fino a
-115m. di profondità.L'equipe sarà al completo solo a partire da venerdì giorno
della prima esplorazione.
Il mercoledì e il giovedì
servono per posizionare le bombole relè, quelle per la decompressione ed il
maialino. Jean Jacques arriva giovedì sera e porta la camera di decompressione
portatile: montata all'interno di un furgone per essere trasportata nel luogo
più opportuno, sarà utilizzata come primo soccorso in caso di un incidente
Venerdì mattina è tutto pronto.
Luigi può partire per l'immersione esplorativa vera e propria: addosso a lui ci
sono oltre 100kg di materiale, e durante il tragitto, ne raccoglierà
altrettanti: tutti necessari.
Luigi raggiunge il vecchio
limite a 425m. dall'ingresso dove lascia il maialino e l'ultimo relè. La
galleria continua a risalire fino a raggiungere i -92m. di profondità a 470m.
dall'ingresso. I gas a disposizione calcolati per la progressione, non gli
permettono di continuare a risalire: occorre tornare indietro e programmare una
diversa progressione.
Il sabato e la domenica servono
all'equipe per portare bombole relè a -110m. di profondità, e ripristinare le
bombole per la decompressione.
Lunedì tutto è pronto per il
nuovo tentativo. Dopo una piccola serie di inconvenienti sulle attrezzature,
finalmente verso le 11 Luigi riesce a partire.
La discesa fino al maialino
posizionato alla profondità di -21m., procede perfettamente. Raggiunto il
maialino, lo prende, e velocemente sparisce nel buio. Raggiunti i -40m.,
utilizzando una miscela iperossigenata, trova il relè che servirà per
raggiungere i -110m. pronto per essere utilizzato. Perde più di due minuti per
fare il cambio bombola. La posizione non è delle migliori poichè la galleria in
questa zona ha una forte inclinazione, il fondo è ricoperto di sabbia non ci si
può appoggiare perchè si scivola verso il basso: gestire l'assetto del maiale e
delle due bombole non è facile. La visibilità a causa del fondo sabbioso si
riduce velocemente. Terminato il cambio, Luigi si lascia scendere in caduta,
seguendo il filo d'Arianna, e dopo pochi metri la visibilità ritorna ottima. Si
può sfruttare a pieno l'energia del propulsore. Raggiunto il restringimento a
-90m. rallenta per non andare a sbattere contro il soffitto della galleria. A
-110m. raggiunge il secondo relè. Anche qui il fondo sabbioso crea gli stessi
problemi incontrati a -40m. Tuttavia il cambio è più rapido: in meno di un
minuto può ripartire. Vede, nella zona fonda, a -117m. un niphargus che si
lascia trasportare dalla corrente. Luigi inizia il percorso in salita verso i
-92m. di profondità; quando intravede lo svolgisagola lasciato la volta
precedente, pronto per essere utilizzato, spegne il motore del maialino: inizia
la nuova esplorazione spingendosi solo con le pinne. Dopo 20m. di progressione
il filo sullo svolgisagola si inceppa. Capisce che dovrebbe interrompere. Una
frazione di secondo per decidere di utilizzare una parte del filo montato sullo
svolgisagola di soccorso: taglia il filo dello svolgisagola bloccato, lo collega
con quello dello svolgisagola utilizzabile, prepara lo svolgisagola bloccato
pronto per essere recuperato al ritorno, e ricomincia ad esplorare. Queste
manovre hanno rubato tempo e gas preziosi per l'esplorazione. Continua fino a
raggiungere una sala dalla quale la galleria stavolta riprende a scendere. Sono
passati di 25' ed necessario rientrare. Luigi fissa il filo, recupera lo
svolgisagola, ed inizia il ritorno. Il punto raggiunto al termine della
progressione si trova a 550m. dall'ingresso alla profondità di -82m. Il rientro
è veramente rapido a causa della forte corrente favorevole che, invece di
ostacolarlo come all'andata, ora lo spinge.
La decompressione dura 6 ore:
ne approfitta, pur stando sott'acqua, per mangiare un melone, frutto stagionale
biologico, macrobiotico, ottimo per reintregrare i liquidi persi durante
l'impresa.
Considerando l'andamento della
galleria, ci sono buone prospettive per continuare ma il destino ci mette lo
zampino: questa rimarrà l'esplorazione definitiva per il 2001 anche se un
tentativo era stato preparato per la continuazione; Jean Jacques infatti il
giorno successivo si era immerso per portare due rélé a -110m. ma dopo 10 minuti
era rientrato: i contatti elettrici del maialino si erano "impastati"impedendo
il suo spegnimento.
Questo guasto, successo nella
prima parte della grotta a poca profondità, sarebbe stato grave e pericoloso se
fosse successo nelle zone profonde lontane dall'ingresso.
Per questo motivo,
nell'impossibilità di riparare il maialino sul posto e non avendone uno in
sostituzione, pur a malincuore, si decide di terminare il campo.
Si lasciano luoghi e ricordi di
un lavoro esplorativo ben condotto: il risultato è più che buono, ma come spesso
accade si è già pronti ad immaginare il momento per ricominciare.
Ringraziamenti
Un grande supporto tecnico è dato come sempre dalla ditta UTEN GAS di Gorle che
fornisce i gas necessari per questo tipo d'immersione (elio e ossigeno), dalla
ditta Mutevole che prepara mute specifiche particolarmente termiche
utilizzando materiali all'avanguardia e dalla ditta TECNOSINT srl Pieve di
Soligo, Treviso che ha effettuato lavori di torneria e la modifica degli scooter
subacquei.

[Novità]
[News] [Dernières Nouvelles]
[Noticias]
[Home Page]
[Curriculum Vitae]
[Attività]
[Esplorazioni] [Album
Foto] [Corsi]
[Commenti]
[Home Page ENG]
[Curriculum Vitae ENG]
[Activity]
[Explorations] [Photo
Album] [Courses]
[Comments]
[Home Page FRA]
[Curriculum Vitae FRA]
[Activité] [Explorations]
[Photo
Album FRA] [Formations]
[Commentaires]
[Home Page ESP]
[Curriculum Vitae ESP]
[Actividades]
[Exploraciones] [Album Fotografias]
[Cursos Buceo]
[Comentarios]
[E-M@il]