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Sorgente LA FOCE - Giugno 2010

 

Alla fine degli anni 80 lo Speleo Club Roma esplora e topografa il tratto orizzontale lungo 400m.
Nel ‘98-‘99 vengono invitati i francesi del gruppo di Lulù che esplorano la cavità fino a -48m.
Nel 2005, su segnalazione di un membro del ASR86, Edoardo Malatesta e Marco Giordani cercano la grotta ed iniziano le immersioni.
Marco Giordani raggiunge nel 2007 i -105m [INFO]

 

30 Giugno 2010
Lecco, ore tre, quando suona la sveglia, mi alzo, prendo le ultime cose da caricare in macchina e via di corsa perché sono in leggero ritardo. Raggiungo la casa di Mosè alle 05.20, suono il campanello e mi sento dire da loro che la sveglia non ha suonato. Va bene, il ritardo si accumula e dobbiamo essere a Massa per le 08.30: considerata l’ora antelucana forse riusciremo ad evitare il traffico. Dopo aver fatto il pieno ed iniziato il viaggio, Mosè si accorge di essere senza telefono, già... il telefono... questo oggetto di cui ormai non riusciamo a fare a meno ma che, almeno durante le nostre cene, viene bandito dalla tavola. Torniamo indietro, mentre con il mio telefono Mosè chiama Nadia e gli chiede di venirci incontro: ecco una partenza movimentata, ma fortunatamente senza intoppi stradali tanto è che verso le otto del mattino, essendo in orario perfetto, ci fermiamo a fare colazione in un Autogrill. Raggiungiamo Massa Carrara, alla Motorizzazione civile, dove il mio Defender deve superare il collaudo per alcuni accessori che ho montato per renderlo ancora più adatto a me. Ripartiamo verso le 11.30: autostrada e poi via Aurelia per raggiungere Roma, un po’ di coda sul raccordo in direzione di Napoli. Dopo poi l’ultimo tratto autostradale con uscita ad Anagni una serie di saliscendi in direzione di Trevi nel Lazio  eccoci verso le 17.00 nel paese di Altopiani di Arcinazzo. Ormai siamo a pochi chilometri dalla sorgente che raggiungiamo seguendo una strada sterrata. Il campo ben attrezzato è organizzato da Edoardo e dopo i saluti e le presentazioni, si scarica la macchina. Moonlight, qui da ieri sera, oggi è già andato in acqua a fare una immersione per preparare qualche bombola decompressiva e ci informa che la corrente è abbastanza fastidiosa.

1 luglio
Per la prima immersione, abbiamo tutto da preparare quindi Mosè e Moonlight entrano in acqua per primi per portare qualche bombola di emergenza, mentre Giancarlo li aspetta per scattare qualche foto, ed io inizio a cambiarmi. Con me terrò una bombola da 20 l., una da 12 l. ed un circuito laterale tipo Vertigo e dico “tipo” perché ho dovuto modificarlo, dal sistema di filtraggio alla testa. Praticamente ho tenuto buono solo la parte esterna della struttura ma sicuramente dovrò ancora fare qualche modifica per renderlo più funzionale.
Supero il primo tratto utilizzando solo ossigeno puro e del resto la profondità massima che si raggiunge solo per pochi istanti, è di -8m. Percorsi i primi 400m, di galleria con una corrente discreta, concrezioni varie, stalattiti e stalagmiti si perviene ad un’apertura, oltre la quale la grotta cambia morfologia. Non c’è più molto fango sul fondo ma della ghiaietta nera, di origine vulcanica. Le dimensioni della galleria aumentano leggermente, spariscono le concrezioni, ma la morfologia rimane decisamente bella. Arrivo alla bombola a -21m, poi a quella dei -35m, dove recupero una bombola da 20 l. che porto con me fino a -65m: gli ambienti sono singolari e interessanti ed il mio Copis-Meg funziona alla perfezione; eccomi a -78m dove c’è un passaggio basso che mi obbliga a rallentare mentre la ghiaietta che scende con me, non crea pericoli perché, oltre a questo restringimento, c’è molto spazio ed essa si disperde verso il fondo. Supero questa strettoia scendendo a -85m dove lascio il maialino perché il filo della precedente esplorazione è qui tutto ammassato. Decido di tirarlo per ristenderlo e ci riesco fino a -105m dove finendolo, ne collego un capo a quello del mio svolgisagola. Fatto il nodo, sistemo l’ancoraggio alla bene e meglio e mi lascio scivolare per qualche metro fino ad arrivare ad una curva secca a sinistra di circa 90°. Fisso il filo sulla parete destra per non farlo scivolare nella zona stretta della galleria e mi fermo. Qui si percepisce bene la corrente e la galleria, del resto, sembra rimpicciolire. Sono passati 30’ dalla mia partenza, quando inizio la risalita, riportando indietro la bombola da 20 l. che ho con me perché ha una perdita. Mosè ne ha cambiato l’o-ring prima che partissi ma, quello messo, non è giusto e dopo poco è saltato. Non riesco a sistemarlo nemmeno alla sosta a -60m, quindi mettendomi il cuore in pace, continuo la risalita. Anche il by-pass del diluente del circuito laterale perde, per cui provo a respirare, per controllare che non sia entrata acqua nel circuito laterale: fortunatamente funziona tutto. La temperatura dell’acqua è di 8 gradi e dopo quasi un mese senza andare in acqua, trovo sia un po’ fredda. La colpa è anche mia, perché la scelta del sottomuta leggero, non è il massimo per una immersione di questo tipo ma, visto che ora mi trovo in decompressione ad aspettare il momento di risalire alla superficie, mi adatto.
Dopo 1h e 30’ quando finisco la decompressione, devo ancora percorrere i 400m di galleria per raggiungere l’uscita; ancora 10’ di galleria ed arrivo alla uscita, cedendo il passo ai Vigili del Fuoco che faranno a loro volta un giro nella galleria.

2 luglio
Oggi avrei dovuto andare in acqua, ma decido di rimandare a domani per permettere agli altri del gruppo di preparare la grotta con le ultime bombole di emergenza: Mosè e Moonlight porteranno due bombole da 20 l. una fino a -60m ed una a -83m. Per di più i Vigili del Fuoco porteranno una bombola da 7 l. a circa 200m di distanza dall’ingresso.
Dopo aver preparato tutto, andandomene in giro per questa selvaggia valle piena di gigantesche mucche, pecore ed altri animali incontro una quindicina di muli con i loro basti carichi di legna che stanno scaricando vicino ad un camion che a sua volta la carica nel cassone. Un arcaico sistema di trasporto che si relaziona con uno moderno, è una scena che ormai si può gustare raramente ed in pochi luoghi.

3 luglio
Notte insonne perché un gruppo di romantiche mucche e cavalli, con gentili campanacci al collo, hanno deciso di brucare l’erba nei pressi delle nostre auto: quella di Moonlight e la mia. Ergo, anche se il rumore del campanaccio mi ricorda l’infanzia in montagna, in questo momento mi disturba un poco. Una buona colazione a base di cornetti freschi con crema portati da Fabio, migliorano l’umore scacciando definitivamente il sonno.
Verso le 10.00, scendiamo verso la sorgente dove, essendo l’attrezzatura pronta, devo solo mettere il filtro nel mio Copis-Meg e posso concentrarmi sull’esplorazione. Un cameraman di una televisione satellitare ci raggiunge, chiedendomi un po’ di informazioni poi, mentre continua l’intervista ad Edoardo, inizio a cambiarmi: ho deciso di mettere la muta con i guanti incorporati, anche se, essendo il suo neoprene un po’ vecchio, è diventata molto rigida. In effetti anche se utilizzo il sottomuta medio, mi sento goffo. Salto in acqua per rinfrescarmi un po’ prima di mettere il rebreather sulla schiena poi, fuori dall’acqua, termino la vestizione e quando sono pronto a partire non mi resta altro da fare che camminare per qualche metro prima di lasciarmi cadere nella vasca. Pinne, bombola relè ed il maialino, devo solo schiacciare l’interruttore e via. In acqua non è andato ancora nessuno per cui la visibilità è ottima: finalmente vedo quello che gli altri mi hanno detto di aver visto nelle immersioni precedenti. Percorro in 8’ il tratto orizzontale di 400m, superando i restringimenti mentre la corrente rimane sempre fastidiosa. Sbucato nella galleria, inizio la discesa fino a -60m dove lascerò la bombola da 12 l. e ne prenderò due da 20 l.. La strettoia a -78m la supero con facilità; oltre c’è una bombola da 20 l. che porterò fino a -105m. Una volta lasciata, appesa al filo, la bombola, mi avvicino allo svolgisagola lo prendo e riprendo la discesa. La galleria diventa più piccola, inclinata di circa 40° con al fondo la solita ghiaietta fine e nera. Sul lato sinistro scorgo un filo di qualcuno che deve essere venuto ad insaputa del gruppo che stava già esplorando la cavità; il filo si ferma a -119m. Le dimensioni e l’inclinazione della galleria mi fanno scegliere di lasciare il maialino qui e proseguire a pinne ma la corrente è veramente molto intensa. Fatico ad avanzare ed anche se faccio delle pause, la respirazione rimane abbastanza ritmica. Leggo che sono sceso a -137m sul VR3 e a -141m sul Galileo. Di fronte a me una piccola stanza allarga la galleria ma vedo una strettoia che preferisco non affrontare per via della corrente. Lascio sul fondo un obolo che mi ha consegnato Edoardo ed inizio la risalita; ho svolto 80m di filo dall’esplorazione di Marco Giordani ma, la nuova esplorazione è di 40m. La galleria ora misura 880m dall’ingresso.
La risalita procede tranquilla, la temperatura dell’acqua non mi infastidisce perché i guanti stagni mi proteggono per bene. Scorgo arrivare Mosè quando sono a -30m e gli passo quattro bombole da 20 l. in cambio di una batteria che alimenterà il mio giubbetto elettrico. Poco dopo ecco all’orizzonte Giancarlo con la sua macchina fotografica in compagnia di Gisberto che a sua volta recupererà un paio di bombole da 15 l. in cambio di una seconda batteria. Terminate le foto, loro iniziano il rientro mentre io termino la decompressione. Quando sono pronto, mi carico la bombola di nitrox e di ossigeno e parto nel tratto orizzontale. Ad un tratto ho la sensazione che mi manchi qualcosa ed infatti quando verifico, mi accorgo che lo svolgisagola non è attaccato alla mia imbracatura. Lascio le due bombole e torno indietro a cercarlo, trovandolo all’inizio della galleria dove avevo trafficato con i moschettoni per agganciare le bombole. Torno definitivamente verso l’uscita e dopo 153’ riemergo.
Una piccola intervista, domande riguardanti l’esplorazione poi, una volta ritornato in abiti terrestri, mi scofano una fresca e succosa fetta d’anguria. Essendoci tutto il materiale da portare su, risalgo il sentiero con lo zaino dei sotto muta, mentre gli altri trasportano le attrezzature. Si mette a piovere ed il pensiero di tribolare più del dovuto per recuperare il materiale mi infastidisce, per cui inizio a scendere e salire dal pendio per aiutare a portare.
Le auto le caricheremo domani mentre ora preferiamo andare a salutare il sindaco di Trevi, poi a cena con abbuffata di pappardelle con funghi, carne, formaggi, dolci.

Il 4 luglio ci rimettiamo in viaggio per percorrere i 650km che ci separano da casina.

 

Partecipanti:

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Angelo (Nerone)

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Edoardo Malatesta

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Fabio Mattei

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Fabio Paoletti

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Danilo Blanda

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Giancarlo Spaziani

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Gianni Malatesta

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Gisberto Cialini

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Luca Pedrali (Mosè)

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Luigi Casati (il "Gigi")

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Marco Cesaroni e

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Stefano Gallingani (Moonlight)

Ringraziamenti:

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Edoardo Malatesta

 

         
     
 
Relax al campo
Foto: Danilo Blanda

 

 
Colazione al campo
Foto: Giancarlo Spaziani

 

 
     
 
Dopo il trasporto si preparano le attrezzature
Foto: Danilo Blanda

 

 
Il maiale di Mosè fa i capricci
Foto: Danilo Blanda

 

 
     
 
Le vacche al pascolo
Foto: Fabio

 

 
I muli al trasporto
Foto: Fabio

 

 
     
 
Ingresso della sorgente
Foto: Danilo Blanda

 

 
Un po' di attrezzatura pronta ad entrare
Foto: Fabio

 

 
     
 
Il tratto iniziale della grotta
Foto: Giancarlo Spaziani

 

 
Qualche restringimento
Foto: Giancarlo Spaziani

 

 
     
 
Mosè deve dimagrire
Foto: Giancarlo Spaziani

 

 
Però è passato
Foto: Giancarlo Spaziani

 

 
     
 
Le bombole di emergenza continuano l'avanzata
Foto: Giancarlo Spaziani

 

 
Il lavoro è finito, si rientra
Foto: Giancarlo Spaziani

 

 
       
 
La deco sta per essere terminata
Foto: Giancarlo Spaziani

 

     
         

 

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